lunedì 23 luglio 2012

Gocce di inchiostro. Gocce di me.

A tratti.
Come se ogni piccolo passo fosse il primo che metti sulla terra.
Come se ogni attimo fosse benedetto.
Come se potessi respirare per la prima volta e bearmi del cielo stellato.
Come se, la mia malinconia fosse essere, semplicemente me.

Tutto accade in maniera casuale.
E si trasforma in qualcosa di magico. Di empatico.
Senza paura di esporsi.
Col coraggio del proprio sorriso.
Con la voglia di farsi capire.

Due occasioni speciali.
Uniche, nel loro genere.
A raccontarsi. Ad amici.
Che lo sono. O lo sono diventati.
A ridere anche delle proprie piccole manie.
A sorridere. Ringraziando per il dono.
Quanta bellezza.
Nei volti di chi vive. E nei piccoli gesti.
A cui spesso non si riconosce nome e volto.
Quanto amore. Esiste. Anche solo respirandolo.
Quante risate. A non aver paura di ascoltare.
E di farsi ascoltare.

Le mie piccole parole.
Solo un pretesto.
Per chi abbia voglia di sentire col cuore.
Piccole gocce di inchiostro.

martedì 17 luglio 2012

Passi. Che non passano.

Ho visto il cielo,
colorarsi di bruno e violetto.
Ho preso in mano la terra
e l'ho baciata, perchè divenisse polvere.
Ho osservato le foglie cadere.
Non era morte,
ma una nuova vita che dava vita alla vita.
Ho riempito le mie mani di lacrime di sangue.
Avevano il colore della purezza,
sgorgavano a fiotti e
non ho avuto paura di attraversarle,
per divenire ancora cielo.
Ho visto le stagioni trasmutarsi in figli
che cadono dagli alberi
e divengono frutti danzanti.
Ho visto parole
amarsi per aver riconosciuto se stesse
nelle nuvole rosa.
Ho sentito, con ogni fremito,
l'amore dilaniante possedermi,
per lasciarmi inerme.
Ed io...ho visto l'impeto del mio desiderio,
allontanarsi, dietro il cielo tetro.

lunedì 16 luglio 2012

abbandonata ad un albero

e' bello lasciarsi andare.
non aver paura di ascoltarsi.
di sentire le proprie paure danzare sulle radici dei tuoi piedi.

è come denudarsi.
sentir scorrere le lacrime sulle guance.
come se fosse la prima volta che piangi.
lasciare che si bagnino ancora.
lasciare il loro segno sulle guance.

aprire il cuore a quel senso di perdita.
che non si riempirà mai del tutto.
ma lascerà il posto alla speranza.
alla speranza che qualcuno voglia accogliere
le tue piccole mancaze.
i tuoi sogni abbarbicati ad un albero.
quel senso di volersi sporcare di terra.
di te, che di terra sei fatto.

ho ascoltato le emozioni, in uno scambio fatto di poesia e musica.
che erano entrambi la stessa cosa.
la rabbia urlata, quella sussurrata.
forme diverse, di splendida umanità,

ho sentito Paolo. ho sentito Massimo.
e ho percepito quel senso di leggerezza nell'essere puri e semplici.
ho sentito splendide note e la bellezza dell'improvvisazione.
dell'essere coesi. all'unisono con se stessi.
ho sentito la Bellezza crescere e misurarsi con la sua stessa alterigia.
abbandonare l'apparenza, per divenire cielo stellato e albero.
ho sentito le parole vorticosamente Amarsi, per abbandonarsi a se stesse, dopo aver danzato con la Musica.
ho sentito ogni brivido perforare i muri, divenire colore abbagliante ed accecante.

ho lacerato me stessa, per divenire polvere.
ed è così bello amare, che vorresti urlarlo.
vorresti che venisse accolto, ma forse, è già stato accolto.
mi sono abbandonata a me stessa.
mi sono aperta alla terra, che è entrata a far parte di me.

avrei voluto parlarne ancora. ne avrei voluto ancora.
avrei voluto perdermi e non ritrovarmi.
capire ancora e non aver più paura.
perdere i sensi e ritrovarli, per ridere, finalmente, di me.