martedì 25 settembre 2012

Autunno.

Tu che allunghi le braccia al cielo,
per divenire albero che non sfiora il cielo che con il cuore.
Tu che tocchi la terra con dita di rami
e accogli l'erba, come se fosse il tuo cuore ad abbeverarsene.
Tu che conti le stagioni con gli occhi e bruci di malinconia,
urlando come il vento fa con la pioggia,
quando giocano a nascondersi tra le tue fronde.
Tu che accogli....crei...generi...
e non hai paura di piangere gioia dal tuo sorriso carico di sogni,
perchè i sogni sono ai tuoi piedi e ridi di bellezza diafana,
recando ogni parola nel segno del tempo.
Tu che mantieni stretto tra i tuoi rami,
solo ciò che vuole restare e lasci andare,
perchè le stagioni mutano,
come muta il cuore che batte e non batte,
segna il ritmo dei passi e gira ogni volta,
lasciandoci inermi.
Tu che mi guardi con anima di sole cocente
e da lontano scruti i miei movimenti.
Tu che mi lasci libera di tornare.
Tu...che hai stretto l'amore dentro al mio cuore.
E non mi hai chiesto di cambiare,
mentre osservo quanto è bello passare dal riso al pianto,
accoccolandomi ai tuoi piedi scalsi nudi di terra bagnata,
raffreddando il cuore, materno di parole.

lunedì 24 settembre 2012

Tracce di sorrisi stanchi.

Sono sempre mancanze.
Di qualunque colore brillino i tuoi occhi.
Di qualunque attimo si tratti della vita mia, incastrata con la tua.
Hanno sempre gli stessi colori.
Sbiaditi dagli anni che vanno e non ritornano.
Sono sempre quegli stessi attimi che ritornano e ti bruciano sulla pelle.
Come i miei occhi imbambolati di fronte ad un sorriso che mi toglie il respiro.
Come tutte le lucciole che si appoggiano ai miei occhi e abbagliano accecanti.
Come ogni più piccolo raggio di sole che sorreggo sul palmo, finchè la giornata scalcia via il buio.
Come ogni ragnatela che soffoca via l'energia dalle mie ossa stanche.
Come ogni giornata in cui mi ritrovo ad urlarmi dentro, per paura di farmi sentire.

Quando imparerò a non soffrire per ogni battito del cuore che non sono stata capace di ascoltare?
Quando imparerò a costruire castelli di carta e viverci sotto, per comprendere il senso dei numeri nell'universo?
Quando apparirò ai miei occhi per quello che sono e non avrò più paura del mondo, perchè ciò che conta è il mondo a cui voglio appartenere, non quello che non mi appartiene?

Ma forse...quando accadrà...non sarò più io...e allora vanno bene anche gli occhi cerchiati di nero, le labbra viola e le unghie rosse.
Tanto....sono sempre io...le tracce delle rughe di mia madre ed il sorriso di mio padre...quando ancora, mi ricordo cosa voglia dire sorridere.